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Sette sono le vittorie di fila dopo il disastro napoletano, quello del cambio Del Piero-De Ceglie per capirci.
Forse qualcosa è scattato, forse è solo l'esser Juve che torna in forza nei cuori e nelle gambe dei nostri ma questa Juve è la "mia" Juve.
No, le vittorie non c'entrano, c'entra il modo, le vittorie sono una conseguenza.
Ieri sera, contro la squadra che gioca, a mio umile parere, un calcio fra i migliori della serie A (anzi, colgo l'occasione per fare i miei sinceri complimenti al Genoa e al suo allenatore), ho visto pressing alto, verticalizzazioni rapide, gioco largo sulle fasce, cross, triangoli nello stretto, chiusure dei centrali difensivi, uscite del portiere, insomma la panoplia del gioco del calcio.
La Juve ieri era in campo per giocare, con intelligenza, la sua partita. Dico con intelligenza perchè non ho mai ritenuto il calcio un gioco da gara adolescenziale a "chi ce l'ha più lungo", a chi mette più attaccanti in campo. Sono sempre stato convinto, come Brera, che non ho mai apprezzato come giornalista, nè come uomo visto il suo razzismo di fondo, che anche uno 0-0 possa essere spettacolare. Ieri poteva anche finire zero a zero, sarebbe comunque stata una gran bella partita, giocata bene da entrambe le squadre.
Personalmente ho sempre criticato aspramente Molinaro che ritenevo, nonostante il sudore generosamente sparso, non da Juve. Mi sto ricredendo partita dopo partita e faccio pubblica ammenda. Parlo di lui perchè, in un certo senso, incarna lo spirito combattivo di questa Juve attuale che certo riposa sull'immensa classe di Del Piero ma che si struttura attorno alla muscolarità e alla precisione dei Molinaro, appunto, dei Sissoko, imperiale a centrocampo, dei Chiellini.
E in un contesto simile non puo' non emergere anche un giocatore come Tiago, che certamente non è diventato un campione in una notte ma che altrettanto certamente si trova più a suo agio a giocare in una squadra che ha fiducia, che si ritrova, che ha automatismi e posizioni precise. Ed è anche per questo che saluto con estrema gioia il gol di Grygera, umile operaio in paradiso, grazie al suo lavoro, grazie gli spazi creati da tutta la squadra, che gli permettono di entrare in area e grazie alla serenità di un collettivo che gli permettono di "provarci", di non dirsi "forse è meglio che la passo".
Inutile aggiungere ancora qualcosa sulla prestazione di Del Piero, il cui passaggio a Iaquinta è un diamante di rara bellezza footballistica che da solo sarebbe valso il prezzo del biglietto, dedico dunque un ultima nota ad un altro giocatore su cui ero rimasto prudente ad inizio stagione: Amauri. Corre, si sbatte, suda, salta altissimo, segna, fraseggia, fa un lavoro immenso. E' un campione, questo è certo, di dubbi non ne ho più.
Che bello sbagliarsi
Sette sono le vittorie di fila dopo il disastro napoletano, quello del cambio Del Piero-De Ceglie per capirci.
Forse qualcosa è scattato, forse è solo l'esser Juve che torna in forza nei cuori e nelle gambe dei nostri ma questa Juve è la "mia" Juve.
No, le vittorie non c'entrano, c'entra il modo, le vittorie sono una conseguenza.
Ieri sera, contro la squadra che gioca, a mio umile parere, un calcio fra i migliori della serie A (anzi, colgo l'occasione per fare i miei sinceri complimenti al Genoa e al suo allenatore), ho visto pressing alto, verticalizzazioni rapide, gioco largo sulle fasce, cross, triangoli nello stretto, chiusure dei centrali difensivi, uscite del portiere, insomma la panoplia del gioco del calcio.
La Juve ieri era in campo per giocare, con intelligenza, la sua partita. Dico con intelligenza perchè non ho mai ritenuto il calcio un gioco da gara adolescenziale a "chi ce l'ha più lungo", a chi mette più attaccanti in campo. Sono sempre stato convinto, come Brera, che non ho mai apprezzato come giornalista, nè come uomo visto il suo razzismo di fondo, che anche uno 0-0 possa essere spettacolare. Ieri poteva anche finire zero a zero, sarebbe comunque stata una gran bella partita, giocata bene da entrambe le squadre.
Personalmente ho sempre criticato aspramente Molinaro che ritenevo, nonostante il sudore generosamente sparso, non da Juve. Mi sto ricredendo partita dopo partita e faccio pubblica ammenda. Parlo di lui perchè, in un certo senso, incarna lo spirito combattivo di questa Juve attuale che certo riposa sull'immensa classe di Del Piero ma che si struttura attorno alla muscolarità e alla precisione dei Molinaro, appunto, dei Sissoko, imperiale a centrocampo, dei Chiellini.
E in un contesto simile non puo' non emergere anche un giocatore come Tiago, che certamente non è diventato un campione in una notte ma che altrettanto certamente si trova più a suo agio a giocare in una squadra che ha fiducia, che si ritrova, che ha automatismi e posizioni precise. Ed è anche per questo che saluto con estrema gioia il gol di Grygera, umile operaio in paradiso, grazie al suo lavoro, grazie gli spazi creati da tutta la squadra, che gli permettono di entrare in area e grazie alla serenità di un collettivo che gli permettono di "provarci", di non dirsi "forse è meglio che la passo".
Inutile aggiungere ancora qualcosa sulla prestazione di Del Piero, il cui passaggio a Iaquinta è un diamante di rara bellezza footballistica che da solo sarebbe valso il prezzo del biglietto, dedico dunque un ultima nota ad un altro giocatore su cui ero rimasto prudente ad inizio stagione: Amauri. Corre, si sbatte, suda, salta altissimo, segna, fraseggia, fa un lavoro immenso. E' un campione, questo è certo, di dubbi non ne ho più.
Che bello sbagliarsi
JUVENTUS-GENOA 4-1 (primo tempo 2-0)
MARCATORI: Grygera (J) al 6', Amauri (J) al 26' p.t.; Iaquinta (J) al 40', Milito (G) su rigore al 44', Papastathopoulos (G) autorete al 47' s.t.
JUVENTUS (4-4-2): Manninger; Grygera, Legrottaglie, Chiellini, Molinaro; Marchionni (24' s.t. Camoranesi), Sissoko, Tiago, Nedved; Del Piero (43' s.t. Giovinco), Amauri (39' s.t. Iaquinta). (Chimenti, De Ceglie, Mellberg, Marchisio). All. Ranieri.
GENOA (3-4-3): Rubinho; Biava (35' s.t. Papastathopoulos), Ferrari, Criscito; Potenza (16' s.t. Bocchetti), Thiago Motta, Juric, Rossi; Gasbarroni (1' s.t. Sculli), Milito, Palladino. (Scarpi, Vanden Borre, Olivera, Jankovic). All. Gasperini.
ARBITRO: Rocchi di Firenze.
NOTE: spettatori 16.000 circa. Ammoniti Thiago Motta, Rossi. Recupero 1' p.t. e 4' s.t.
2 commenti:
Hello,
grande Juve! it played a very controlled game.
Saluti,
http://saqueneutral.blogspot.com/
(a blog about sport in English and Español)
comlpimenti x la vittoria..saluti
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