lunedì, novembre 26, 2007

Le cose positive

La Juventus di oggi ci propone numerosi punti positivi:

1) La voglia: tutta la squadra sembra aver una grandissima voglia di dimostrare il proprio valore. Abbiamo vecchi elementi che hanno ancora molto da dire, giovani che hanno ancora molto da imparare ma che mettono un impegno a volte addirittura eccessivo, come ier sera Palladino, ripreso da Del Piero. Il simbolo di questa voglia è Vincenzo Iaquinta, uno che segna pure da terra, uno che non si ferma per reclamare un rigore ma che si rialza, a metà, per calciare in porta, perchè cio ' che conta è il gol.

2) La professionalità: fin'ora tutti i chiamati all'appello hanno risposto con enorme professionalità. Penso agli infortunati che rientrano e che si mettono da subito al servizio della squadra. Penso a Legrottaglie inaspettato perno difensivo, penso a Camoranesi che nonostante le troppe chiacchiere passate sembra essere tornato 100% bianconero, penso a Marchionni che ieri ci ha regalato un gol da partitella di allenamento, un gol di chi è convinto dei propri mezzi e di quelli della squadra. Il simbolo della professionalità, pero', per me rimane il capitano Alex Del Piero, ieri inspiegabilmente partito dalla panca che entra per sostituire un infortunato Iaquinta e mette dentro due gol, dribbling, un meraviglioso passaggio per il gol di Marchionni, un cazziatone e tanta voglia di esserci.

3) I giovani: I vivai sono la fonte inesauribile di ogni squadra vincente, di ogni squadra che apre cicli e questo non vale solo nel calcio, gli americani ad esempio attingono da sempre a piene mani nelle università per i loro sport miliardari. Investire nei giovani significa perennizzare un "marchio", uno stile, una squadra e la Juventus, questa nuova Juventus di giovani di belle promesse ne ha tanti, sia in rosa che in altre squadre dove son stati mandati a fare esperienza.
I giovani crescono, poi diventano bandiere e portano in loro i valori di una squadra, di una storia, aver giovani italiani non è patriottismo pallonaro, significa esser certi che quella storia sia condivisa, sia conosciuta da generazioni anche se non si viene da una fede necessariamente associata ai colori che poi si indossano. Per questo rimango basito di fronte a formazioni con solo un italiano in squadra, affidare la propria storia a chi non puo' conoscerla non è segno di avanguardia, è segno di stupida miopia. La storia della formica e della cicala la conoscono tutti, amo questa Juve formica, Juve che cresce e che riposa su ventenni con fame di vittoria. Il simbolo dei giovani non è facile da trovare, son tutti bravi e sceglierne uno farebbe forse torto agli altri, pero' dopo ieri sera mi fa piacere citare Criscito, messo ingiustamente da parte dopo una prestazione in mezza tinta e una volta chiamato in causa risponde alla grande, arginando giocatori molto più alti e esperti di lui.

4) L'umiltà: Caratteristica necessaria ad ogni squadra vincente, almeno in maniera legittima, è l'umiltà. L'umiltà di chi sa di esser forte, di chi sa che la forza va dimostrata sul campo. La Juve gioca tutte le partite rispettando qualunque avversario, sia esso il Livorno, sia esso l'Inter. Gioca ordinata, fa i falli necessari senza eccedere, protesta poco, segna e vince. Il tutto senza grancassa e senza troppe chiacchiere. Simbolo di questa umiltà è Nicola Legrottaglie, arrivato e affondato nel rumore e affermatosi nel silenzio del lavoro. La forza sta nel saper incassare i colpi duri e nel rialzare la testa, su questo la nuova dirigenza sta dando una grandissima lezione di stile ad avversari e a pseudotifosi juventini nostalgici della mafia moggiana. Si puo' vincere anche con classe, la Juve lo ha sempre fatto finchè non è diventata Cosa Nostra di Moggi e RagGiraudo, finalmente è di nuovo libera ed è di nuovo la Juve di cui tutti ci siamo innamorati. Vittorie, umiltà ed eleganza, ecco la nobiltà juventina.

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